Non c’è cosa peggiore che non rendersi consapevoli delle proprie azioni, sopratutto dei meccanismi fisici che abbiamo quotidianamente.
Un detto dice: “quando punti il dito verso una persona, ricordati che altre 3 dita puntano verso di te”
Ti chiederai..e quindi? cosa vuol dire?
Nulla di più semplice. Il giudizio non “intacca” solo chi giudichiamo, ma sopratutto noi stessi che giudichiamo.
A cosa serve giudicare un’altro individuo? Perchè lo facciamo ?
E. Tolle, nel suo libro “Parole dalla quiete” , spiega esattamente che la nostra mente deve assolutamente paragonare, identificare e chiaramente giudicare. Si innesca un meccanismo di “meglio/peggio”. Tutto nella norma, perchè addestrata e calibrata così dalle differenti influenze esterne. Ma è impossibile migliorare o cambiare ?
Si può…..
Adesso ti spiego quali strumenti ho utilizzato personalmente.
GIUDICHIAMO SEMPRE
Giudichiamo ogni cosa. Nello sport, nell’arte, lavoro, aspetto, pensiero, classe politica, sesso etc. Siamo molto bravi a giudicare e lo facciamo inconsciamente e consciamente.
Questo accade anche e sopratutto nel panorama Marziale. Ma non voglio parlarti delle arti marziali come luogo di salotto e batti becchi, ma ben sì, farti conoscere cosa ho appreso io dal percorso marziale e come ho cambiato la mia vita, radicalmente.
LE ARTI MARZIALI INSEGNANO…
Nel percorso marziale non è assolutamente scontato apprendere certi principi di sviluppo personale, perchè c’è bisogno si di un buon Maestro, ma sopratutto di tanta voglia di conoscersi e conoscere, altrimenti si otterrà ben poco.
I primi insegnamenti che ho dato a me stesso sono stati:
- Ricordati sempre che quando punti un dito altre 3 dita puntano verso di te (punto focale dell’articolo, ma ribadirlo non è mai troppo)
- Ricordati che non puoi giudicare senza conoscere a fondo chi stai giudicando. Ognuno sta percorrendo un percorso diverso di vita. Comprendilo
- Ricordati che il giudizio parte dall’insoddisfazione della mente. Non darle troppo ascolto.
- Ricordati che ogni giudizio nasce da una mancanza.
Perchè – ti chiederai – questi principi di insegnamento c’entrano con le arti marziali?
Te lo spiego subito.
Il primo punto l’ho compreso quando ho incominciato ad osservarmi di più. La meditazione in questo mi ha aiutato molto.
Il secondo punto l’ho compreso quando iniziai a girare molto di più, fra Scuole e competizioni, osservando quanto “l’abito non fa il Monaco” e che bisogna osservare davvero, fino in fondo. Il confronto, gli allenamenti e i viaggi, sono stati gli “strumenti” in grado di insegnarmi aspetti fondamentali della vita.
Il terzo punto l’ho compreso quando vidi che nulla è statico e tutto muta. Puoi vincere una gara, ricevere il più alto grado nella tua disciplina, avere quell’attesa notorietà…ma poi dovrai fare i conti con la mente e lo scorrere della vita. Dove tutto muta e nulla ristagna. Dove tutto è un momento e quel momento è l’attimo che la mente vorrebbe riproporre sempre e per sempre.
Il quarto punto l’ho compreso quando da piccolo pensavo che ottenere volesse dire valore. Invece il valore è una condizione mentale e interna, non esterna. Nelle arti marziali ho compreso cosa ci fosse dietro alla via e cosa volesse dire percorrerla. Molti praticanti cadono nel limbo del: “devo ricercare il metodo migliore” oppure “se seguo la stessa strada di persona x sicuramente otterò lo stesso successo” e anche “arrivato alla cintura nera, grado x allora sì, che sarò competente”. Tutti giochetti che si comprendono nel tempo, osservando la mente.
COSA PUOI APPRENDERE GRAZIE AL PERCORSO MARZIALE
Chiaramente è solo una mia visione personale, non è la regola.
Fai bene attenzione..
La via marziale mi ha insegnato di percorrere la via senza aspettative, comprendere che non esiste una via sbagliata o giusta, che accumulare è semplicemente sintomo di mancanza , che non vi è fine alla crescita personale e che la nostra mente, mente.
Possono essere banali per te che leggi, di certo non so e non conosco la tua esperienza, ma mi auguro che tali consigli possano esserti utili, chissà..
Grazie e alla prossima