Nella storia delle arti marziali, come nello Zen, l’allievo o il discepolo, cerca di ambire nell’essere come il suo Maestro, colui che ha davanti, “idolo” indiscusso. Questa è una metodica, un approccio che anche in Occidente abbiamo, dove spesso prendiamo in prestito credenze e rituali di altri popoli, anche se, molto spesso vi è una grande malcomprensione.
SUPERA IL MAESTRO
Si dice spesso : “se l’allievo supera il Maestro,vuol dire che il Maestro è un buon Maestro” ! Ma siamo realmente sicuri?
Io metto fortemente in dubbio questa affermazione. Per due semplici motivi: il primo è che entrambi non dovrebbero “competere” l’un con l’altro. Il secondo punto, quello più fondamentale è che l’allievo non deve ambire a superare il proprio Maestro, come viceversa il Maestro non deve sperare che qualcuno dei suoi discepoli diventi più bravo, per un semplice motivo, nessuno dei due sta realizzando se stesso, ma si sta semplicemente cercando di superare qualcuno, quando è impossibile, poichè nessuno può essere come il singolo allievo o il Maestro in questione.
“si ma ci vuole una sana competizione, altrimenti non si ha un obiettivo. dai su” E’ vero, solo in parte, mi dispiace smontare una credenza. Perchè? perchè una sana competizione fa sempre bene, ma ciò che conta è…con chi ? Con quel compagno di corso bravo? con il proprio Maestro? e perchè? Questo sembra molto più importante che risaltare invece le proprie potenzialità, ciò che si è e come si è, mettendo in ombra i talenti unici e personali, prendendo in adozione quelli degli altri.
Questo è molto presente nelle tradizioni guerriere e di crescita dell’individuo, fin dalla notte dei tempi, arrivati fino ai giorni nostri.
PADRONE O “DIO”
Ecco che assistiamo a veri e propri Padroni e surrogati di Dei, dove viene espressa, in modo velato a volte, una vera e propria “tirannia” mentale o stupro dell’identità. L’individuo (Maestro) diventa quell’arrivo impossibile, inarrivabile, come avviene per gli idoli sportivi e nel mondo dello spettacolo, anche e sopratutto nella nostra società. A volte copiamo alla lettera i movimenti, gli atteggiamenti e in modo ridicolo anche il modo di parlare – si non scherzo – , cancellando totalmente il proprio essere.
“se il Maestro zoppica, l’allievo copia il movimento, pensando che sia parte dell’insegnamento. ”
Questo fa ben comprendere quanto siamo delle spugne, quando l’influenza esterna è talmente forte che ci dimentichiamo di chi siamo.
COSA FARE ?
“Si, ok, ma è un approccio ormai innescato nella società, non possiamo farne a meno. E poi, è bello avere degli idoli da cui prendere riferimento!! ”
Approvo. E’ innescato, ma ciò non vuol dire che non può essere cambiato. E’ bello e stimolante trarre spunto dal proprio mentore e Maestro, come possiamo fare dagli antichi scritti dei Maestri del passato, ma nessuno si sognerebbe oggi di intraprendere il cammino di Budda, Gesù o M. Ghandi e altri. Non perchè non sia possibile, ma perchè sarebbe anacronistico e direi anche, un pò folle.
Si può trarre insegnamento, spunto di riflessione e linea guida. Senza dimenticare e anzi, focalizzando le proprie energie nell’esprimere e manifestare se stessi, realizzando che si è unici e ritrovando questa unicità e potenziale.
Siate curiosi di scoprire chi siete e innamoratevi dei vostri pregi e difetti, siete dei “pezzi” rari. Non dimenticatelo Mai !