Non bisogna iscriversi a un Monastero buddista e non bisogna neanche indossare abiti monacali o incominciare a recitare i mantra. Il titolo di questo articolo non punta a un’immagine ma a un vero e proprio cammino e linea di pensiero , che può intraprendere qualunque persona , ognuno di noi.
Fin da piccolo sono sempre stato molto affascinato da tutte quelle culture mistiche , filosofiche e alchemiche , tanto che con il passare degli anni ho ricercato autori , religioni , per l’appunto culture e qualunque informazione che mi portasse a scoprire un pò di più del mondo interiore. Attraverso le pratiche fisiche entrai in contatto per la prima volta con il lavoro interiore , proprio grazie alle arti marziali , anche se non furono l’unico mezzo , perchè anche l’espressione artistica come le danze o la meditazione , riuscirono a farmi scoprire sempre più lati di questo “lavoro”. Oggi a 32 anni , questo cammino continua e posso assicurare che è un percorso talmente semplice quanto allo stesso modo difficile da mantenere nel tempo , sia per la vita che viviamo e per i condizionamenti mentali.
Negli ultimi anni incominciai a sentire alcune spiegazioni di questo “monaco guerriero” da uno scrittore di nome Salvatore Brizzi , dove mi accorsi che erano tutti concetti che io stesso inconsapevolmente avevo già avuto modo di vivere nella pratica marziale e di lavoro interiore. Grazie alle parole di Brizzi ebbi la piena conferma che non era un percorso che stavo facendo da solo , ma anzi , era un percorso che in molti (anche se ancora pochi) stavano facendo , compreso lo stesso Salvatore.
Brizzi spiega una visione , un cammino verticale più che orizzontale , ovvero , un lavoro più verso l’alto che verso l’esterno. Questo cammino implica un lavoro su di sè davvero importante , perchè porta l’individuo a concentrarsi principalmente su di sè , diventando una persona riflessiva , consapevole e conscia di chi è , ma con la voglia di essere un guerriero nella vita , senza farsi “schiacciare” dall’esterno.
Essere o intraprendere gli insegnamenti dei Monaci Guerrieri oggi significa cambiare radicalmente la propria vita , iniziare a vedersi e vedere in un modo completamente differente da quel che ci è stato tramandato dalla scuola , dalla famiglia e dalla società in generale.
Nei tempi antichi la figura del Monaco era colui o colei , che possedeva una forte presenza (a discapito dell’età) , una capacità elevata nella comprensione delle proprie emozioni , vedendo la bellezza in ogni cosa e il suo principale scopo era quello di vedere l’unione di tutto e non la divisione , senza mai perdere di vista la continua presenza nel qui e ora , una consapevolezza continua e non frammentata e interrotta dalle distrazioni della mente. Una disciplina e presenza molto elevata.
Prima dell’illuminazione tagliavo legna e portavo l’acqua… dopo l’illuminazione taglio legna e porto l’acqua!’
In altri termini, una volta raggiunta l’illuminazione, si continua con la vita e gli impegni di prima, ma in modo trasformato, più consapevole.
Detto Zen
Il Monaco Guerriero era colui/lei che combatteva non contro l’esterno , ma forgiava il suo spirito per addestrare sempre di più la propria mente , ed era un continuo allenamento verso la presenza , consapevole che tutti gli scontri , le lotte , i blocchi , gli attaccamenti nascevano da dentro.
Una volta ? No , può essere anche adesso così , anzi , la nostra società e il nostro mondo ne ha davvero bisogno.
Ciò non vuol dire reprimere chi siamo , cosa facciamo e i nostri sogni , chiudendoci in una casa su in montagna e iniziare solo a meditare. No , questo è l’errore e la visione totalmente errata della persona comune. Nessuno deve rinunciare a nulla , ne alla propria famiglia ne al proprio lavoro o sogno , senza cambiare alcuna alimentazione o pratica religiosa o credo. Seguire questa via implica solo un cammino e uno sforzo notevole si , ma interiore , il che può essere semplice dove è altrettanto semplice ri-perdersi continuamente.
NELLE ARTI MARZIALI
Nelle arti marziali il termine “monaco guerriero” è associato ormai al omonimo Tempio Shaolin , dove al suo interno vi sono i così detti monaci guerrieri. Ma come ho spiegato prima , questo cammino , questo modo di essere e di vivere , non ha nulla a che fare con etichette quali : vestiti , razze , luoghi o pratiche. La storia di tutte le arti marziali è stata sempre imbevuta del lato spirituale e di crescita interiore , con quello fisico e “militare” , creando un perfetto equilibrio e crescita dell’individuo diventando molto educative. Vi erano storie o leggende (chissà) , dove si raccontava di scontri non fisici , di lotte senza spargimenti di sangue e anche se per noi oggi risulta praticamente impossibile , questo spiega la visione “limitata” che abbiamo rispetto agli avvenimenti. Un tempo , a volte , non sempre , bastava uno sguardo , un impostazione posturale fisica per comprendere la propria vincita o sconfitta. Ribadisco che non era la norma (la storia è piena di battaglie cruenti) e ci tengo a precisare che non si tratta di film o fantascienza. Basta pensare quando oggi ai nostri tempi , accade di conoscere qualcuno e di sentire una forte presenza , che sia fisica o solo per lo sguardo. Non ti è mai capitato di sentire dire o di dire : “la sua presenza trasmette molto” ? Se si , è proprio quello che sto cercando di spiegare in questo articolo.
Una volta si era consapevoli che lo scontro corpo a corpo avrebbe portato solo al dolore fisico (anche se in molte culture lo scontro era una forma di onore) e sapevano che esistevano molte altre strade , prima di intraprendere quel tipo di azione. Gli antichi guerrieri sapevano molto bene che esistevano altri piani su cui scontrarsi ed erano consapevoli dell’importanza.
Ci tengo a precisare che ogni lettore può trarre le sue conclusioni , ma quello che io stesso ho appreso nella mia vita è di non leggere , ascoltare o guardare con gli occhi e orecchie imprigionati nei preconcetti , ma impegnarsi per aprirsi.
Tornando a noi…
La cultura marziale ha sempre educato alla ri-scoperta di sè , grazie ai differenti strumenti , fin da piccoli le persone erano educate a vedere e sentire in un modo più sottile , guardando ogni ostacolo o problema dall’interno e non al contrario.
NELLA VITA MODERNA
Oggi questo è un concetto davvero complicato da far comprendere alle nuove e sopratutto alle vecchie generazioni. Quanto è difficile riuscire a vedere il bello nelle cose ? riuscire a vedere il bello nelle persone ? Molto , ma non impossibile. Siamo molto bravi a fare i guerrieri con il prossimo , ad alzare la voce e a far vedere quanta forza abbiamo , ma quanto può essere complicato riuscire a comportarci all’esatto opposto ? Questo non significa sottomissione e neanche stupidità , ma semplice presa di coscienza e controllo , anzi riuscire a domare quello che il nostro “computer” (cervello) elabora. Ogni reazione , ogni istinto non può essere completamente represso , farlo uscire , vederlo e poi analizzarlo , può farci capire da dove arriva e perchè. Essere un monaco guerriero vuol dire iniziare un processo e cambiamento interiore , iniziare un percorso di quiete della mente , continuare a seguire i propri sogni e guardare ogni avvenimento come specchio di ciò che abbiamo dentro , ma con la grinta e la fermezza di un guerriero , capace di prendersi ogni responsabilità , capace di sviscerare se stesso e senza farsi per alcun motivo schiacciare , cambiare o distruggere dall’esterno , perchè vorrebbe dire continuare a dormire senza mai svegliarsi.
Ti auguro un cammino da guerriero interiore.
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